Oggi ti racconto come Elle e Alli hanno scoperto tutte queste cose e come mai non le chiamiamo "erbacce".
Quando Alli mi ha proposto di trasferirmi in palude con lui avevo, come unica immagine della mia futura casa, una foto dell'edificio visto da fuori, di un color rosa salmone slavato e circondato da neve. C'era anche una palma e io non sapevo cosa pensare, ma comunque avevo già deciso di sì, e non per la casa, per Alli.
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Primo impatto con la casa in palude: la neve!!! |
Quando sono arrivata in palude era primavera. All'epoca avevo già visto la casa all'interno, vuota, e ricevuto via uazzap sei foto del divano che io avevo mostrato a tutte le mie colleghe a mo' di anello di fidanzamento, come a dire “facciamo sul serio, abbiamo anche il divano”. La sorpresa al mio arrivo in palude, però, non è stata che il divano era di un altro colore, la sorpresa era fuori dalla casa. Fuori ho scoperto che sotto la neve, attorno alla palma, attorno alla casa, c'era un prato, ma questo prato non era verde: era fiorito!
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Seconda scena in palude: scatoloni e… prato fiorito!!! |
C'erano così tante margherite che mi pareva di abitare in campagna, nonostante il prato che circonda la nostra casa sia a sua volta circondato da case, garage, macchine. Non avevo la più pallida idea che quelle che io chiamavo “margherite gialle” fossero tarassaco, né che fossero la stessa pianta del soffione. Non sapevo come si chiamavano nemmeno tutti quegli altri fiori colorati che c'erano: viola, celesti, fucsia, bianchi e altri colori bellissimi. Mi sarebbe piaciuto stendermi sul prato fiorito a prendere il sole con un filo d'erba in bocca, correre a perdifiato facendo lo slalom tra gli alberi, fare le capriole. Ma non c'ho più l'età e il perdifiato mi viene solo a pensarci.
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L’acetosella la conoscevo, ma per me era “quel fiore violetto-rosa”. |
Una cosa che ho fatto, però, è stato imparare i nomi dei fiori. E siccome i nomi dei fiori di campo non li ho mai saputi (per me era tutto genericamente “margherita”), non ho avuto con Alli la stessa discussione (spassosissima) che abbiamo avuto in cucina a proposito dei nomi dei cavoli. Discussione che si era conclusa con un'incursione su wikipedia per avere una voce autorevole al di sopra delle parti. Incursione che non ci ha impedito di chiamare “cavolo romano” il “cavolfiore verde” quando ci siamo messi a coltivarlo.
Tornando ai fiori, Alli li conosceva tutti.
Tornando ai fiori, Alli li conosceva tutti.
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Alli è nel suo habitat, conosce tutti i fiori spontanei. |
Abbiamo poi partecipato a una gita lungo l'Adige a Verona, alla scoperta delle erbe spontanee e delle loro diverse caratteristiche sia come erbe medicinali o commestibili, sia come erbe utili nell'orto da vive e da morte. Da allora il fascino che io provo quando il nostro prato verde mezzo morto si trasforma in prato fiorito è centuplicato!
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Una delle nostre prime coltivazioni: mini campo di patate circondato da un mare di tarassaco. |
E da allora Alli non tosa più l'erba perso nei suoi pensieri, preoccupato solo di non passare su una pietra troppo grossa che può rompere le lame del tosaerba. Da allora Alli deve stare attento alla menta selvatica, a quell'unica malva che cresce sotto il cedro, ai ciuffi di artemisia, alla striscia di centaura lungo i bordi, o fiordaliso che sia, all'isoletta di lamio rosso. Da allora Alli tiene gli occhi aperti nel caso spunti magicamente qualche ortica (no, non ne abbiamo) e ha solo l'imbarazzo della scelta quando si tratta di salvare una colonia di tarassaco, in assoluto l'erba spontanea più presente nel nostro prato, anche più della veronica.
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C’è chi dice che dopo i fiori crescono meglio, ma a noi servono interi! |
Alli mi ha raccontato con orgoglio che al momento di seminare il prato attorno all'edificio, aveva scelto non un banale prato verde, ma sementi di fiori misti effetto campagna. Un sogno! Praticamente mancavo solo io.
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Alcuni fiorellini, come la veronica, sono carinissimi. |
Io per parte mia ho girato in lungo e in largo il nostro rettangolo di campagna prima con la macchina fotografica, poi col quaderno. Ho fallito un tentativo di farmi un erbario e di catalogare pezzi di pianta incollandoli al quaderno. Ho raccolto tarassaco in tutte le sue fasi di crescita e l'ho usato come tisana, decotto, per il soffritto; ho provato pure a farci un miele (che è andato a male). Non da ultimo l'ho usato anche per l'orto. Ti ricordi le proprietà chimiche della terra e del compost? Be', le erbe spontanee nell'orto contribuiscono alla ricchezza della terra. Il tarassaco è ricco di potassio, il fiordaliso è drenante, la camomilla si accontenta di nulla, l'ortica si trova su terreni fertili.
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Alcune erbe spontanee fioriscono anche in autunno: questo è il fiordaliso. |
Io e Alli infatti abbiamo scoperto, nei nostri studi e approfondimenti, che ogni erba spontanea predilige un tipo di terreno (uh, come gli ortaggi!) (eh, sì, come tutte le piante). E che l'erba, essendo appunto spontanea, identifica quel tipo di terreno proprio con la sua presenza. È meglio dell'analisi in laboratorio. Nel nostro caso non ci serviva, visto che le erbe “spontanee” erano state seminate apposta, e poi a dir il vero di questi dettagli tecnici (o chimici) noi ce ne freghiamo abbastanza. Se non è tossico ti fortifica, no? Sì, le erbe del nostro giardino ci sono ugualmente utili.
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Spelacchiato com’è non gli daresti due centesimi, ma piace tantissimo alle api e allora benvenuto nell’orto! |
Con le erbe si possono preparare macerati da usare per innaffiare l'orto e rafforzare le piantine, oppure da spruzzare sulle foglie per tenere lontani gli insetti cattivi. Certe erbe possono essere lasciate crescere fra un ortaggio e l'altro con varie funzioni, compresa quella di tappeto che tiene lontane altre erbe più infestanti. Oppure possono essere seminate appositamente in cespugli o come bordure per attirare le api, le coccinelle e altri insetti buoni, e per tenere lontani i parassiti. La stessa funzione ce l'hanno alcune piante fiorite che noi non chiameremmo mai “erba”, come calendula, lavanda, nasturzio eccetera, ma di queste parlo la prossima volta (perché ogni promessa è debito, almeno per me).
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Il tarassaco è buono nell'orto, in cucina, in giardino. |
In generale, io e Alli ora parliamo di “erbacce” solo in riferimento a quell'antipatica della gramigna, mentre tutte le altre sono erbe spontanee, fiori di campo, fiori belli e utili, cespugli odorosi, erbe aromatiche, eccetera; mai “erbacce” né “infestanti”, nomi brutti e negativi che non fanno bene all'entusiasmo di coltivare un orto.
Alcuni libri interessanti sulle erbe spontanee nell'orto e in campagna.
Le erbe spontanee nell'orto sono così utili che puoi mettere in agenda l'abitudine di "andar per erbe": questi libri ti spiegano come riconoscerle, e come raccoglierle senza danneggiare l'ecosistema (io ti dico solo: recidere, non sradicare la pianta). Ma se non puoi o non vuoi raccogliere le erbe in campagna, puoi sempre scegliere quali seminare e comprarti i semi biologici!
1) Piante selvatiche di Roberto Chjei Gamacchio, consigliato dalla nostra guida sull'Adige, ma al momento introvabile, noi siamo in lista d'attesa. Qui* e qui:
1) Piante selvatiche di Roberto Chjei Gamacchio, consigliato dalla nostra guida sull'Adige, ma al momento introvabile, noi siamo in lista d'attesa. Qui* e qui:
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Come riconoscerle, raccoglierle e usarle in cucina.
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€ 9,90
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2) L'erba del vicino di Elisa Nicoli, spiega anche come usarle e poi è tascabile, comodissimo. Qui* o qui:
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Manuale per la raccolta e l'uso conviviale di erbe e frutti selvatici
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€ 9,00
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3) Guida pratica ai fiori spontanei selezione dal Reader's Digest, tradotto da Francesco Franconeri e Gianna Toso. Il nostro libro preferito, praticamente un cimelio di famiglia. In giro si trova usato, ma con difficoltà.
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Il nostro libro preferito quando si tratta di dare un nome ai fiori spontanei del nostro prato. |
(*link affiliati)